Il 27 marzo, in occasione del 100+1 anniversario della fondazione dell’Aeronautica, il 6° Stormo ha aperto al pubblico i cancelli dell’aeroporto di Ghedi per festeggiare la ricorrenza.
La manifestazione ha costituito una importante occasione per ripercorrere la centenaria storia dell’Aviazione attraverso una mostra fotografica e velivoli in esposizione, oltre che per assistere ad una dimostrazione in volo di aerei dell’Aeronautica tra cui: Tornado, F35 e EFA.
Il culmine della giornata è stato rappresentato da un interessante meeting riguardante le attività aerospaziali sostenute dall’Aeronautica Militare italiana a conferma del crescente interesse della stessa verso lo spazio quale ambiente ricco di sfide e opportunità, dai marcati risvolti sia civili che militari.
La conferenza, moderata dal Comandata del 6° Stormo Colonnello Luca Giuseppe Vitaliti, ha visto la partecipazione del personale del centro “Space Situational Awareness” del Comando Operazioni Aerospaziali, dell’Ufficio Generale Spazio dello Stato Maggiore Aeronautica nonché di rappresentanti dell’industria spaziale, a consolidamento dell’interazione e collaborazione tra entità militari e civili.
Sono state, inizialmente, ripercorse le fasi che hanno “proiettato l’ltalia nello Spazio”, a partire dal programma San Marco (di cui ADAA conserva un archivio), quando, ormai 60 anni orsono, il Paese lanciava autonomamente il proprio satellite, susseguendo solo a USA e URSS. Da allora l’Italia ha dimostrato una costante partecipazione nell’esplorazione spaziale ed è intenzione dell’AM continuare a contribuire operosamente alle attività realizzabili nello spazio.
Attualmente l’attenzione è particolarmente focalizzata sulla sicurezza e la sorveglianza della fascia definita come “orbita terreste bassa” sempre più congestionata dal proliferare di satelliti soggetti a rischio di collisione ed a loro volta minacciati da detriti, naturali o artificiali, che, anche se di dimensioni molto piccole (es. di 1 mm), possono comunque danneggiare i sistemi operativi. Oltre al fatto che gli impatti originano ulteriori frammenti che vanno ad inquinare ulteriormente l’ambiente spaziale. Riuscire a prevedere gli urti, consente l’adozione manovre evasive necessarie al fine di scongiurare danni ingenti al patrimonio satellitare.
Non da meno, è necessario proteggere anche la Terra dagli oggetti che, incontrollati, rientrano nella sua atmosfera e che possono cadere anche sulle nostre “teste”, come è recentemente accaduto in Florida dove il frammento di una delle batterie dell’ISS ha colpito una abitazione, fortunatamente senza danni a persone.
Motivo per cui l’Aeronautica Militare lavora ogni giorno per rilevare e caratterizzare gli oggetti spaziali così da identificare le minacce provenienti “dall’alto” ed intervenire per mitigarle.
Quale ambiente ricco di sfide e opportunità, lo Spazio, storicamente di precipuo interesse “civile”, è ormai la “nuova” frontiera da conquistare a cui tutti guardano con vivo trasporto.